Passioni

Patch Adams e il ritorno alla semplicità

27/03/2015
Patch Adams

Ultimamente sono presa da un milione di cose (vedi rari aggiornamenti di questo blog) e sono pochi i momenti in cui mi fermo veramente a riflettere. O almeno: sono convinta di essere focalizzata su quello che voglio e quello che sto facendo per poi rendirmi conto che sto perdendo di vista le cose che davvero contano.

Cosa inaspettata, mi sono messa a pensare a quello che veramente merita di essere vissuto dopo aver partecipato all’evento della Mediolanum Corporate University dedicato a Patch Adams.

L’evento si inserisce nel programma “Centodieci è Ispirazione”, il ciclo di incontri che l’istituto
educativo di Banca Mediolanum dedica alla propria community con l’intento di favorire il contatto
diretto con personalità che incarnano modelli d’eccellenza in diversi settori professionali.

Lo ammetto: avevo poche aspettative e mai avrei pensato di ritrovarmi a ripensare ad una serie di cose nella mia vita che non stanno funzionando come dovrebbero (nulla di grave eh, ci tengo a precisarlo).

Patch Adams è un uomo dal carisma incredibile che non si può esprimere con parole ma si può trasmettere con un abbraccio pieno della stessa energia che lui trasmette.

Per chi non lo conoscesse, Patch Adams ha dedicato tutta la sua vita a dare sollievo ai malati e a chi non sta bene utlizzando tecniche di  clownterapia, un’assistenza di tipo sanitario che si ispira al mondo del circo e del teatro di strada.

Ogni anno insegna a volontari clown quanto un abbraccio e un sorriso possano essere di sollievo per chi sta male. Un’intera vita dedicata a sensibilizzare le persone sull’importanza dei piccoli gesti verso gli altri: un abbraccio, un sorriso o perchè no un gesto buffo che possa scuotere una situazione critica.

Quasi mi dimenticavo di dirvelo: Patch Adams veste strambo: pantaloni bragaloni colorati, camicia a fantasia improponibile e capelli metà bianchi e metà blu. Se pensiate che tutto ciò lo renda ridicolo, vi sbagliate di grosso. Quest’uomo è la dimostrazione vivente di come conti molto di più quello che si è piuttosto che quello che si appare.

Durante la serata grazie a lui mi sono ritrovata ad abbracciare i miei vicini di sedia, ho ballato musica rock come una forsennata con un centinaio di persone sul palco e mi sono commossa quando ci ha raccontato la storia della sua paziente più difficile da curare: una bambina di 5 anni vittima di uno stupro.

E quindi potete ben immaginare che quello che doveva essere un evento come un altro si è trasformato in momento speciale per pensare a tutto quello che c’è d’importante e che spesso passa in secondo piano.

Le parole di Patch Adam fanno venire una voglia estrema di ritorno alle cose semplici perchè in mezzo al caos della quotidianità abbiamo probabilmente perso la percezione dell’altro e la voglia di dare incondizionatamente per costruire una collettività migliore.

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